Il Favagello, petali gialli al “riapparir del Sole”

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Il Ranunculus ficaria L. (Favagello, Celidonia minore, Ficaria) è una piccola pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, che in questi giorni adorna prati umidi e boscaglie con le sue brillanti fioriture gialle. La famiglia delle Ranunculaceae comprende più di 1200 specie diffuse nell’emisfero Boreale. Si tratta di piante erbacee generalmente perenni, con fiori che possono essere aciclici (i più arcaici) o ciclici. Caratteristica è la compara di foglie nettarifere trasformate in veri e propri petali nei gruppi più differenziati. Sono presenti inoltre molti stami. Al di fuori di queste caratteristiche comuni, i fiori presentano morfologie molto diversificate (ne sono un esempio i generi Helleborus, Ranunculus, Aquilegia, Hepatica, ecc.). Molte specie appartenenti alla famiglia delle Ranunculaceae sono essenze velenose o medicinali (alcaloidi, glucosidi).

L’etimologia del genere deriva dal latino “ranuncŭlus”, diminutivo di rana, a indicare che spesso queste piante vegetavano in luoghi umidi, spesso frequentati da questi anfibi. L’epiteto specifico “ficaria” deriva dal latino “ficārĭus, riferito alla forma dei bulbilli, che ricordano quella dei fichi (Ficus carica L.). Il nome potrebbe anche ricordare l’azione benefica sulle grosse verruche dei bovini (Reader’s digest, 1979).

Il Favagello si presenta come una pianta perenne alta dai 5 ai 30 cm, totalmente glabra e lucida. La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ovvero piante perennanti per mezzo di bulbo dal quale ogni anno nascono fiori e foglie. Caratteristici sono i tuberetti sotterranei bianchi, fusiformi (4-5 mm x 10 mm) o allungati (fino a 3 cm). Il fusto si presenta prostrato-ascendente, spesso flaccido e tubuluso, cavo all’interno (fino a 5 mm di diametro). Le foglie radicali presentano picciolo di 7-11 cm, lamina cordata di 2 x 2,5 cm (fino a 5 x 6,5 cm), sono lucide e con 5-9 nervi terminanti sul bordo con un punto bianco. Il margine è crenato e talvolta la faccia superiore presenta variegature di chiaro. Le foglie cauline sono poche e di dimensioni minori. All’ascella delle foglie possono essere presenti dei bulbilli. I fiori sono solitari, portati su un lungo peduncolo, all’ascella delle foglie. Presentano calice con 3-4 sepali ovati banco-verdastri e 8-11 petali gialli, brunastri di sotto, con nervatura poco ramificata. Gli stami presentano antere gialle. Il nettario è più lungo che largo, bilobo. Il frutto è composto da 4-8 acheni sferici ricoperti di aculei o tubercoli (2,5 mm). L’antesi va da gennaio a maggio.

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Ranunculus ficaria L. subsp. ficaria – Variegatura della lamina

Il Favagello comprende diverse sottospecie, differenziate da caratteri quali presenza o assenza di bulbilli, dimensioni di fusto, foglie, fiori e acheni. La determinazione può risultare difficoltosa. Attualmente, sono censite 4 sottospecie di Ranunculus ficaria nella flora italiana, di cui 3 segnalate in Abruzzo:

  • Ranunculus ficaria subsp. calthifolius (Rchb.) Arcang.
  • Ranunculus ficaria L. subsp. ficaria
  • Ranunculus ficaria subsp. ficariiiformis (F.W. Schultz) Rouy & Foucaud
  • Ranunculus ficaria subsp. fertilis Laegaard

Il Ranunculus ficaria è diffuso in tutta la penisola italiana, da 0 a 1400 m s.l.m. Vegeta in prati umidi, lungo fossi, nei margini boschivi, su suoli umiferi e profondi. Il corotipo è Eurasiatico. In Abruzzo è diffuso in tutta la regione, soprattutto nelle zone collinari.

Tra i più precoci fiori spontanei, il Favagello forma delle ampie chiazze dorate molto belle da osservare, tanto che il poeta inglese William Wordsworth dedico loro una poesia:

“C’è un fiore, la celidonia minore,

Che come altri si ritrae dal freddo e dalla pioggia

Ma al primo riapparir del sole

Ecco che si riapre altrettanto pieno di splendore…”

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Il Favagello (Ranunculus ficaria L. subsp. ficaria) forma spesso delle estese chiazze, molto evidenti in questo periodo

I bulbilli presenti all’ascella delle foglie, sono dotati di una piccola radice tuberizzata, che permette al Favagello di riprodursi efficacemente, dato che i fiori sono spesso sterili. Questi tuberi si distaccano facilmente e spesso sono trasportati dalle piogge lungo i campi in lavorazione, fenomeno che ha ispirato le credenze delle “piogge di grano”, le “piogge di orzo” e della “biada del cielo”, a cui si fa cenno in molte opere antiche della letteratura tedesca. Come tutte le Ranunculaceae, anche il Favagello contiene sostanze tossiche, come l’anemonina. Le foglie giovani, ricche di vitamina C, possono essere consumate, anche crude, se vengono però raccolte prima della fioritura. Infatti, l’anemonina si sviluppa soltanto durante e dopo l’antesi. I tubercoli radicali, invece, possono essere consumati dopo cottura prolungata, tant’è che vengono riportati nell’elenco delle piante alimurgiche del botanico fiorentino Targioni Tozzetti, come utilizzabili in tempi di guerra o carestia.

Si tratta comunque di una pianta tossica, per cui in genere si sconsiglia l’utilizzo domestico.

Tra i principi attivi contenuti in foglie e tuberi, oltre l’anemonina, si annoverano alcuni glucosidi come la ficarina, acido ficarico, tannini e saponine. Il Favagello ha proprietà analgesiche, antinfiammatorie, antiemorroidale ed emostatiche. Già nel XVII secolo era noto il suo effetto decongestionante ed era impiegato per la cura delle emorroidi e delle ragadi (uso esterno). Un’ erborista inglese dello stesso secolo, Nicholas Culpeper, utilizzo il Ranunculus ficaria per curare la propria figlia dalla scrofula (Reader’s digest, 1983).

Come uso tipico abruzzese, si riporta l’utilizzo del decotto di foglie nelle coliche renali. Le foglie fresche, invece, venivano sfregate e applicate sui foruncoli come risolvente. Localmente, viene indicato con il nome Cappillette (Tammaro, 1984).


ATTENZIONE: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi officinali e sono riportati per puro scopo informativo, pertanto si declina ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, alimentare o estetico.


Bibligrafia e sitografia:

Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Pignatti S., 1982. Flora d’Italia. Bologna

Selezione del Reader’s Digest, 1979. Segreti e virtù delle piante medicinali, edito da Selezione Reader’s Digest , Milano

Tammaro F., 1984. Flora Officinale d’Abruzzo, Regione Abruzzo, a cura del Centro Servizi Culturali-Chieti.

Selezione del Reader’s digest, 1983. Guida pratica ai fiori spontanei in Italia. Edito da Selezione Reader’s Digest , Milano.

Michele Lastoria, 1989. Flora d’Abruzzo. Teramo.

http://dryades.units.it/torlonia/?procedure=taxon_page&id=1137&num=25544

http://www.dipbot.unict.it/sistematica/Ranu_fam.html

Nino Messina, 2008 – “Ranunculus ficaria L. – Favagello”. In Acta Plantarum, Forum. Disponibile on line (data di consultazione: 20/02/2017): http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.php?f=95&t=1902

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