L’Evonimo: l’arbusto “ben nominato” 

fusaggine-2_compressedL’Euonymus europaeus L. (Evonimo comune, Fusaggine, Fusaria comune, Berretta da prete) è un arbusto deciduo appartenente alle Celastraceae. Questa famiglia è diffusa nelle regioni tropicali e temperate di tutto il mondo e comprende piante arbustive, arboree o lianose con foglie semplici, intere, alterne o opposte e fiori bisessuali (a 5 o 4 petali) riuniti in cime o ombrelle. I frutti possono essere capsule, drupe o bacche. Inoltre, le Celastraceae comprendono piante di origine molto antica, tanto che alcuni fossili risalgono al Cretacico. In Europa è presente solo il genere Euonymus, le cosiddette Fusaggini, specie a portamento arboreo, arbustivo o rampicante diffuse nelle zone temperate e temperato-calde dell’Europa, Asia e America. Il carattere sicuramente più evidente delle Fusaggini è il frutto costituito da una capsula a 3-5 lobi che si apre lungo le suture a maturità e mostra i semi giallo-arancione. Il nome “Berretta da prete” fa riferimento alla somiglianza del frutto con il copricapo a tricorno dei prelati. La forma biologica dell’Euonymus europaeus è P caesp (Fanerofite cespugliose) ovvero piante legnose con portamento cespuglioso e P scap (Fanerofite arboree) ovvero piante legnose con portamento arboreo.

Il nome del genere Euonymus deriva dal greco “eu/ev”, bene, buono e “ònoma”, nome, quindi “buon nome” o “ben nominato”, assumendo significato scaramantico con allusione alla velenosità di queste piante. Le divinità vendicatrici, rispettate e temute dai Greci, venivano appellate come “il popolo cortese”, mentre la loro madre era chiamata “Evonima”, ovvero “colei il cui nome è buono”. L’epiteto specifico indica il continente in cui questa pianta si incontra spontanea.

In Italia e in Abruzzo sono presenti altre due specie dello stesso genere l’E. latifolius (L.) Mill. e l’E. verrucosus Scop. Il primo detto comunemente Evonimo maggiore, presenta foglie più lunghe (fino a 14 cm), fiori generalmente pentameri con petali bruno-verdastri o rosati e frutti costolati anziché a profilo arrotondato come in E. europaeus. Il secondo, l’Evonimo verrucoso, si differenzia principalmente per la presenza di verruche scure sui rami e fiori a petali subrotondi di colore rossiccio. Entrambe le essenze sono rare e localizzate. Vanno menzionate anche degli Euonymus coltivati: E. japonicus L., l’Evonimo del Giappone, frequente nelle zone costiere, che si distingue per le foglie alterne sempreverdi e coriacee e E. americanus L., l’Evonimo americano, con rami verdi anche in inverno che esposti al sole diventano violacei e foglie ovali che diventano rosso scure in autunno.

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Euonymus latifolius (L.) Mill. – Particolare dei frutti di Evonimo maggiore. Si nota bene la costolatura che li distingue dai frutti di Euonymus europaeus L.

La Fusaggine comune è diffusa su tutto il territorio italiano. E’ una specie mesofila che preferisce luoghi freschi vegetando nei boschi misti di latifoglie, negli arbusteti e nelle siepi, da 0 a 800 m s.l.m., mentre al Sud e nelle isole sale fino a 1300 m s.l.m. La corologia è Eurasiat. – Eurasiatiche in senso stretto, dall’Europa al Giappone e Europ. – Areale europeo. In Abruzzo è frequente in tutta la regione.

L’Euonymus europaeus è un arbusto cespuglioso o più raramente un alberello caducifoglio, alto fino a 6 metri, con rami opposti e cilindrici. Da giovani sono quadrangolari, con colorazione verde-grigiastra, glabri e punteggiati da sporgenze sugherose. Il legno della Fusaggine è di colore giallo con odore di mela, mentre la corteccia è brunastra. Le gemme apicali sono lunghe 2-4 mm. Le foglie sono opposte, con lamina ellittico-lanceolata lunga fino a 8-9 cm e larga fino a 3,5-4 cm, dotate di picciolo di 4-8 mm. Presentano apice acuto e margine finemente seghettato, con pagina superiore verde scuro contrapposta a una pagina inferiore più chiara. I fiori sono piccoli, bianco-giallastri o bianco-verdastri, formati da 4 petali allungato-lineari (tetrameri) lunghi 3-5 mm. Sono ermafroditi (raramente unisessuali), riuniti in cime ascellari di 2-5 elementi. Presentano calice gamosepalo persistente con sepali verdi, stami più corti della corolla con antere divise in 2 logge. I frutti sono costituiti da una capsula pendula quadrilobata di 10-18 mm, rossa o rosea in autunno, che aprendosi evidenzia 4 semi ovoidi circondati da un involucro rosso-arancione. Fiorisce da aprile a giugno e matura i frutti da agosto a ottobre. I fiori sono impollinati principalmente da mosche, mentre la disseminazione è zoocora (tramite avifauna).

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Euonymus europaeus L. – Fiori di un esemplare rinvenuto lungo la Valle dell’Orta (PE)

Le Fusaggini sono piante molto gradevoli e ornamentali, ma nascondono una velenosità elevata. Tutte le sue parti infatti sono tossiche, persino la segatura provocava malesseri nei tornitori che ne lavoravano il legno (Reader’s digest, 1979). Corteccia, frutti e semi contengono acido evonico, asparagina, resine, tannini, oltre che il glucoside evonimina, principio cardioattivo ad azione digitalica, noto per favorire il movimento peristaltico intestinale che provoca secrezione di bile. I casi di avvelenamento si manifestano con coliche, crampi e nelle situazioni più gravi, si possono verificare complicazioni cardio-circolatorie con aumento della pressione sanguigna e insufficienza cardiaca, fino a causare la morte. Per un bambino, l’ingestione di 6-7 frutti può provocare una grave intossicazione. La Fusaggine comune è da sempre nota per le sue proprietà purgative ed emetiche. A scopo medicinale, per uso interno, viene somministrata per i disturbi al fegato e alla cistifellea, mentre per uso esterno, viene impiegata contro geloni, ascessi, acne e ferite. I frutti, ridotti in polvere o in decotto, trovano impiego nel combattere i parassiti cutanei come pidocchi o acari della scabbia. Il legno è omogeneo, elastico, compatto e leggero e trova diversi impieghi nella costruzione di piccole botti, di archetti per viole e violini e strumenti musicali in genere, di mobili intarsiati, di cannelli per pipe e di fusi per filare, utilizzo per il quale vengono attribuiti a questa pianta i nomi volgari di “Fusaria” e “Fusaggine”. La pianta veniva utilizzata per la fabbricazione di stuzzicadenti, mentre fino al Medioevo, veniva impiegata per realizzare archi. Inoltre, con i rami più giovani, si realizzavo carboncini a uso dei pittori. Il carbone ricavato dalla pianta era impiegato come componente della polvere da sparo.

Come uso tipico abruzzese, F.Tammaro riporta in “Flora officinale d’Abruzzo” l’usanza di consumare i frutti, ad azione purgativa. Come uso veterinario tipico, il decotto preparato con frutti, corteccia e semi, veniva impiegato per lavare animali affetti da scabbia (Valle Subequana). Inoltre la polvere ottenuta dai semi veniva impiegata come insetticida ed antiparassitario.

In relazione all’elevata tossicità di tutta la pianta, lo staff di Flora d’Abruzzo sconsiglia qualsiasi tipo di utilizzo interno/esterno, se non su prescrizione medica.

L’Euonymus europaeus viene generalmente colpito dal “mal bianco”, ovvero la formazione di una patina bianco-cenerina polverulenta che porta dapprima le foglie alla decolorazione e successivamente alla necrosi dei tessuti. Questa malattia trofica viene causata dalla Dothichiza foveolaris (Fr.) Petr. 1921, fungo Ascomycota della famiglia delle Dothioraceae.


ATTENZIONE: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi officinali sono riportati per puro scopo informativo, pertanto declino ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, alimentare o estetico. 


Bibliografia e sitografia:

PIGNATTI S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna

CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

PIRONE  G., 2015. Alberi, arbusti e liane d’Abruzzo. Penne (PE) 

TAMMARO F., 1984. Flora Officinale d’Abruzzo, Regione Abruzzo, a cura del Centro Servizi Culturali-Chieti.

Selezione del READER’S DIGEST, 1979. Segreti e virtù delle piante medicinali, edito da Selezione Reader’s Digest , Milano

CIASCHETTI G., NIMIS P.L., MARTELLOS S., DI MARTINO L., DI CECCO M., PERONI M., ANDRISANO T., foto di Andrea Moro, 2010. Guida alle piante legnoso del Parco Nazionale della Majella (versione stampabile della guida interattiva).

DI MASSIMO S., 2002. Piante e Veleni. Pesaro (PU)

Marinella Zepigi, 2009 -“Euonymus europaeus L. – Evonimo comune”. In Acta Plantarum, Forum. Disponibile on line (data di consultazione: 03/12/2016): http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.php?f=95&t=9381

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