La pianta della settimana: Petasites hybridus

Amici di Flora d’Abruzzo, ben ritrovati con la nostra rubrica, la “PIANTA DELLA SETTIMANA”. Quest’oggi vi presentiamo una pianta che avrete sicuramente notato durante le vostre passeggiate nel territorio abruzzese…..perché è così facile vederla? Per le sue foglie enormi!

Petasites hybridus (L.) G. Gaertn., B. Mey. & Scherb.
Farfaraccio maggiore, Cavolaccio
Asteraceae
Forma biologica: G rhiz
Tipo corologico: Eurasiat.

L’etimologia richiama subito la caratteristica più evidente di questa specie: il nome generico deriva dal greco “petàsos”, ovvero “cappello a grandi falde” un chiaro riferimento alla forma delle foglie. In Abruzzo lo conosciamo anche con il suo nome locale: “li cappellette grusse”, di nuovo, un efficace richiamo alla particolare morfologia fogliare.

Molto comune nella nostra regione, la troviamo ai margini dei corsi fluviali, lungo i fossi e in zone umide. La presenza di un suolo profondo e ricco d’acqua permette a questa pianta di formare estese colonie in cui la sua copertura diventa dominante. Vegeta da 0 a 1700 m s.l.m.

I principi attivi che la costituiscono sono: petasina, mucillagini, oli essenziali, cere, tannini e zuccheri (inulina, pectina). Le parti utilizzate in fitoterapia sono diverse: l’infuso di foglie e fiori essiccati allevia le irritazioni bronchiali; il cataplasma di foglie fresche calma alcuni dolori articolari, facilita la cicatrizzazione delle ferite ed è impiegato nella cura delle ulcere e degli ascessi; il rizoma, raccolto prima della fioritura e le foglie, raccolte in primavera, contengono petasina (estere dell’acido angelico e di un alcool sesquiterpenico), sostanza con elevate proprietà spasmolitiche (Tammaro, 1984). In omeopatia, i medici la usano sotto forma di tintura, contro diverse forme di nevralgia, inoltre, attribuiscono all’estratto numerosi successi nella cura delle balbuzie. L’utilizzo della pianta fresca è particolarmente raccomandato nei casi di neurodistonia vegetativa (Tammaro, 1984). L’uso domestico è comunque da sconsigliare per il contenuto di alcaloidi epatotossici.

Nella medicina popolare è talvolta utilizzato come diuretico e sudorifero ed in passato è stato impiegato come rimedio contro la peste, il colera e le febbri in genere. L’uso abruzzese tradizionale del farfaraccio consiste nell’impiego delle foglie fresche sui foruncoli come suppurativo, nonché sulle ferite (Tammaro, 1984).

Conoscete qualche altro uso o tradizione legata a questa pianta? Scrivetelo nei commenti!

ATTENZIONE: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi officinali sono riportati per puro scopo divulgativo, pertanto Flora d’Abruzzo declina ogni responsabilità sull’ utilizzo a scopo curativo, alimentare o estetico.

 

 

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